CSRD e Omnibus: come le aziende italiane possono prepararsi

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IL RUOLO DELLE AZIENDE: DALLA MISURAZIONE ALL'AZIONE

L'anticipazione dell'Overshoot Day italiano al 6 maggio 2025 rappresenta un chiaro segnale di allarme che richiede un'azione immediata e coordinata. In questo scenario, le aziende non sono semplici spettatrici ma protagoniste attive di un cambiamento necessario e urgente. Il loro ruolo è duplice: da un lato devono misurare accuratamente il proprio impatto ambientale, dall'altro implementare strategie concrete per ridurlo, trasformando la sostenibilità da costo a vantaggio competitivo.

Perché le aziende devono agire

Pressioni normative: CSRD, CSDDD, direttive UE

Il quadro normativo europeo sta subendo una trasformazione radicale che rende la sostenibilità non più un'opzione ma un imperativo legale. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata ufficialmente in vigore il 5 gennaio 2023, ha ampliato notevolmente il perimetro di aziende coinvolte nella redazione dell'informativa di sostenibilità: l'UE stima che le società che attualmente redigono la Dichiarazione non finanziaria (DNF) passeranno da 11.700 a oltre 50.000, di cui circa 7.000 soltanto in Italia.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) completa il quadro delle direttive europee sulla sostenibilità, obbligando le aziende ad assumersi la responsabilità attiva per gli impatti socio-ambientali lungo tutta la catena di fornitura, anche se tali impatti avvengono fuori dall'Unione Europea. Le aziende che non adempiono agli obblighi previsti dalla CSDDD andranno incontro a sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino al 5% del fatturato netto globale dell'impresa.

Vantaggi competitivi della sostenibilità

Adeguarsi alla normativa europea non è solo un obbligo, ma rappresenta un'opportunità per migliorare la competitività aziendale. Gli studi dimostrano che le aziende sostenibili ottengono diversi vantaggi tangibili:

Accesso ai capitali e finanziamenti ESG: le aziende con un buon profilo di sostenibilità attraggono più facilmente investitori e finanziamenti agevolati. Le aziende che adottano i criteri ESG vantano costi di finanziamento inferiori e un minor costo del debito, oltre a ottenere un accesso privilegiato al mercato creditizio.

Reputazione e fiducia degli stakeholder: un bilancio ESG trasparente rafforza la relazione con clienti, fornitori e partner. Poiché clienti, stakeholder, partner scelgono da chi acquistare o con chi collaborare anche in base all'impegno sostenibile dell'impresa, buone prestazioni sul fronte ambientale possono essere sfruttate per valorizzare le proprie attività.

Migliore efficienza operativa: strategie di sostenibilità portano a una riduzione dei costi energetici e di gestione dei rifiuti, con efficientamento delle risorse e conseguente diminuzione e razionalizzazione dei costi.

Richieste crescenti di consumatori e investitori

Il cambiamento nelle preferenze di consumatori e investitori sta ridefinendo le regole del mercato. Gli investitori mostrano sempre più fiducia nella performance a lungo termine degli investimenti ESG, mentre i consumatori sono diventati più attivi e consapevoli, passando da meri acquirenti a "prosumer" (producer + consumer).

Una recente indagine, frutto della collaborazione tra Dynamo Academy e SDA Bocconi Sustainability LAB, ha evidenziato che quasi il 60% delle aziende italiane ha un comitato ESG dedicato, mentre circa la metà ha fissato obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di CO2.

Anticipazione dei cambiamenti normativi

Le imprese che iniziano fin da ora il percorso di adeguamento saranno più competitive e attrattive per gli investitori. L'approccio proattivo alla sostenibilità permette alle aziende di anticipare i cambiamenti normativi futuri e di posizionarsi vantaggiosamente nel mercato.

Le tempistiche aggiornate: il pacchetto Omnibus

Il pacchetto Omnibus, approvato nell'aprile 2025, ha introdotto modifiche significative alle tempistiche di applicazione delle direttive europee sulla sostenibilità, in risposta alle richieste di semplificazione formulate nel Rapporto Draghi.

Nuove scadenze CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)

Con lo "stop the clock" introdotto da Omnibus, le scadenze per la rendicontazione di sostenibilità sono state posticipate di 2 anni per alcune categorie di imprese:

  • Grandi imprese già soggette a NFRD: nessuna modifica, rimane l'obbligo di reporting per l'esercizio fiscale 2024 (pubblicazione nel 2025)
  • Grandi imprese non quotate (>250 dipendenti, >50 Mln € di fatturato o patrimonio netto >25 Mln €): posticipato da FY 2025 a FY 2027 (pubblicazione nel 2028)
  • PMI quotate: posticipato da FY 2026 a FY 2028 (pubblicazione nel 2029)
  • Soglia per imprese di Paesi terzi: innalzata da 150 Mln € a 450 Mln € di fatturato

Novità importante: le aziende soggette alla CSRD possono ora richiedere alla catena del valore informazioni limitate agli standard VSME (semplificati), alleggerendo l'onere per i fornitori PMI.

Nuove scadenze CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive)

Anche la direttiva sulla due diligence subisce un rinvio di 1 anno per la prima fase di applicazione:

  • Imprese con oltre 5.000 dipendenti e >1,5 miliardi € di fatturato: posticipato dal 2027 al 2028
  • Imprese con oltre 3.000 dipendenti e >900 milioni € di fatturato: posticipato dal 2028 al 2029
  • Imprese con oltre 1.000 dipendenti e >450 milioni € di fatturato: posticipato dal 2029 al 2030

Cosa significa per le aziende italiane

Queste modifiche offrono alle imprese tempo prezioso per prepararsi adeguatamente, ma non devono essere interpretate come un'opportunità per rimandare l'azione. Al contrario, rappresentano l'occasione per:

  • Strutturare con maggiore cura i sistemi di raccolta dati ESG
  • Formare adeguatamente il personale coinvolto
  • Implementare gradualmente le migliori pratiche di sostenibilità
  • Ridurre i rischi di non conformità futura

Le aziende che utilizzeranno questo tempo in modo proattivo si troveranno avvantaggiate rispetto ai concorrenti, potendo affrontare gli obblighi normativi con sistemi già rodati e consolidati.

Strumenti di misurazione e monitoraggio

Per trasformare l'impegno verso la sostenibilità in azioni concrete e misurabili, le aziende devono dotarsi di strumenti scientificamente validati per quantificare il proprio impatto ambientale. La misurazione accurata rappresenta il primo passo fondamentale per identificare le aree di intervento prioritarie e monitorare i progressi nel tempo.

Carbon Footprint aziendale

La Carbon Footprint di un'organizzazione è la misura delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) – dirette o indirette – prodotte dalle attività dell'organizzazione stessa, espresse in termini di anidride carbonica equivalente (CO2e). Questo tipo di analisi fornisce una visione globale dell'impatto ambientale dell'intera organizzazione e della sua catena del valore.

La carbon footprint aziendale è regolata dalla UNI EN ISO 14064-1:2019, che definisce i principi ed i requisiti per progettare e rendicontare gli inventari di GHG (gas serra) a livello di organizzazione. Lo standard ISO 14064-1 è considerato allo stesso livello del GHG Protocol, emesso in collaborazione da WBCSD e WRI, e insieme rappresentano le principali metodologie di calcolo della Carbon Footprint di un'organizzazione.

Secondo la norma ISO 14064-1 ed il GHG Protocol, l'organizzazione deve necessariamente considerare:

  • Scope 1: emissioni dirette prodotte presso le sedi
  • Scope 2: emissioni indirettamente prodotte tramite la fornitura di energia elettrica ed energia termica utilizzata dall'organizzazione
  • Scope 3: tutte le altre emissioni indirette prodotte lungo la catena di fornitura (su base volontaria)

I gas ad effetto serra (GHG – Greenhouse Gases) considerati dalle norme sono anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafluoruro di zolfo (SF6), quantificati in base al loro effetto in termini di riscaldamento climatico attraverso il relativo GWP (Global Warming Potential).

Life Cycle Assessment (LCA)

Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia analitica e sistematica che valuta l'impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita. Il calcolo spazia dalle fasi di estrazione delle materie prime costituenti il prodotto, alla sua produzione, sua distribuzione, uso e sua dismissione finale.

La metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2018, che definiscono i principi e i requisiti per la conduzione di studi LCA. La procedura LCA è standardizzata a livello internazionale e comprende quattro fasi principali:

  1. Definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione: stabilisce i confini del sistema e gli obiettivi dello studio
  2. Analisi di inventario (LCI): raccolta e quantificazione degli input e output del sistema
  3. Valutazione dell'impatto (LCIA): valutazione dei potenziali impatti ambientali associati agli input e output identificati
  4. Interpretazione: analisi dei risultati per trarre conclusioni coerenti con gli obiettivi dello studio

Basata sulle norme internazionali ISO 14040/ISO 14044 (LCA di prodotto) e ISO/TS 14072 (LCA di organizzazione), l'analisi del ciclo di vita consente di analizzare i potenziali impatti ambientali associati ad un prodotto, processo o attività, dall'estrazione delle materie prime fino alla gestione del fine vita.

Indicatori chiave (KPI ambientali)

Per tenere sotto controllo l'andamento degli impatti ambientali, le organizzazioni devono definire degli indicatori chiave di performance (KPI); questi indicatori sono degli strumenti validi che definiscono in forma concisa una condizione ambientale. Essi analizzano principalmente gli impatti ambientali più significativi e sui quali l'organizzazione può agire a livello di gestione, attività, prodotti e servizi.

I GRI Standards rappresentano il punto di riferimento mondiale per la rendicontazione di sostenibilità, grazie alla loro capacità di "fotografare" il contributo positivo o negativo dato da un'organizzazione allo sviluppo sostenibile. I GRI Standards ambientali sono suddivisi in otto indicatori, utilizzati dalle organizzazioni per misurare le performance in ambito:

  • GRI 301: Materiali utilizzati
  • GRI 302: Energia (es. 302-1: Consumo di energia all'interno dell'organizzazione)
  • GRI 303: Acque e scarichi idrici (es. 303-3: Prelievo idrico)
  • GRI 304: Biodiversità
  • GRI 305: Emissioni (es. 305-1: Emissioni di gas a effetto serra dirette - Scope 1)
  • GRI 306: Scarichi idrici e rifiuti
  • GRI 308: Valutazione ambientale dei fornitori

Tra i KPI ambientali più utilizzati dalle aziende italiane troviamo:

Carbon Footprint: quantifica le emissioni di CO2 equivalente e rappresenta il parametro che permette di determinare gli impatti ambientali che le attività di un'impresa hanno sul Pianeta.

Water Footprint: l'impronta idrica è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d'acqua consumati e inquinati per unità di tempo.

Bilancio di materia: uno dei principali KPI per la misurazione e il monitoraggio dell'efficienza dei processi di recupero, che stima il rapporto tra gli input e gli output di produzione.

L'utilizzo sinergico della ISO 14001:2015 e dei GRI Standards può facilitare le aziende nel raggiungimento degli obiettivi per il miglioramento delle performance ambientali e consente la misurazione e la comparazione del modello di sostenibilità adottato.

CASI STUDIO E BEST PRACTICES

L'Overshoot Day che cade sempre più anticipatamente non rappresenta solo una sfida, ma anche un'opportunità per le aziende di dimostrare che la sostenibilità può essere un driver di innovazione e successo competitivo. In questo panorama, alcuni settori industriali si stanno distinguendo per le loro iniziative virtuose, dimostrando che è possibile ridurre significativamente l'impronta ecologica mantenendo, e spesso migliorando, le performance economiche.

Settori industriali virtuosi

Interface: obiettivo zero impatto raggiunto e oltre

Interface Inc., il produttore di moquette modulari con sede ad Atlanta, rappresenta uno dei casi studio più emblematici di trasformazione sostenibile nel settore manifatturiero. La storia inizia nel 1994, quando il CEO Ray Anderson ebbe quella che lui stesso definì una "epifania" dopo aver letto "The Ecology of Commerce" di Paul Hawken.

Mission Zero: il percorso verso l'impatto zero

Nel 1997, Interface lanciò "Mission Zero", l'obiettivo ambizioso di eliminare completamente qualsiasi impatto negativo sull'ambiente entro il 2020. I risultati ottenuti sono stati straordinari:

  • Riduzione delle emissioni di carbonio: Le emissioni di gas serra sono state ridotte del 96% per unità di prodotto dal 1996
  • Efficienza energetica: Il consumo energetico totale negli stabilimenti globali è stato ridotto del 39% per unità, con il 36% dell'energia consumata globalmente proveniente da fonti 100% rinnovabili
  • Gestione dei rifiuti: L'azienda ha ridotto dell'84% i rifiuti di produzione destinati alle discariche
  • Materiali sostenibili: Circa il 49% di tutte le materie prime sono ora riciclate o bio-based, incluso il 36% del filato e il 51% del supporto delle moquette
  • Risparmi economici: I risparmi derivanti dai costi evitati per i rifiuti sono ammontati a 450 milioni di dollari

Climate Take Back: dal zero all'impatto positivo

Raggiunto l'obiettivo di Mission Zero nel 2019, Interface ha lanciato "Climate Take Back", una missione ancora più ambiziosa: contribuire all'inversione del cambiamento climatico. I quattro pilastri della nuova strategia sono:

  1. Live Zero: continuare a eliminare gli impatti negativi
  2. Love Carbon: vedere il carbonio come una risorsa, non come un nemico
  3. Let Nature Cool: permettere alla natura di raffreddare il pianeta
  4. Lead the Industrial Re-Revolution: guidare una nuova rivoluzione industriale

Innovazione carbon negative

Nel 2020, Interface ha creato la prima moquette carbon negative al mondo. Utilizzando materiali bio-based innovativi, l'azienda è riuscita a creare prodotti che sequestrano più carbonio di quanto ne emettano durante la produzione. L'obiettivo è diventare carbon negative entro il 2040.

Il modello circolare

Interface ha sviluppato programmi innovativi come:

  • ReEntry 2.0: separa le fibre e i supporti delle vecchie moquette modulari per riciclarle
  • Net-Works: trasforma le reti da pesca dismesse in filato riciclato per nuove moquette
  • CQuest: linea di prodotti con supporti carbon negative

Unilever: sostenibilità come strategia aziendale

Unilever, multinazionale anglo-olandese dei beni di consumo, ha dimostrato che la sostenibilità può essere integrata con successo in un modello di business globale attraverso il "Sustainable Living Plan" (USLP), lanciato nel 2010.

Il Sustainable Living Plan: tre pilastri strategici

Il piano si articola su tre obiettivi principali:

  1. Migliorare la salute e il benessere di oltre 1 miliardo di persone entro il 2020
  2. Dimezzare l'impronta ambientale dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita
  3. Migliorare i mezzi di sussistenza di centinaia di migliaia di persone nella catena di fornitura

Risultati ambientali significativi

I progressi di Unilever in campo ambientale sono stati notevoli:

  • Emissioni di carbonio: Riduzione delle emissioni di CO2 dalla produzione del 65% rispetto ai livelli del 2008
  • Gestione dei rifiuti: Raggiunto l'obiettivo zero rifiuti in discarica in tutti gli stabilimenti globali entro il 2014
  • Conservazione dell'acqua: Marchi come Comfort e Sunlight hanno introdotto prodotti che richiedevano meno acqua, risparmiando oltre 1 miliardo di litri all'anno
  • Energia rinnovabile: Nel 2020, tutti gli stabilimenti, uffici, centri R&D e magazzini dell'azienda sono alimentati al 100% da elettricità rinnovabile

Performance economiche

Il commitment verso la sostenibilità ha generato risultati economici tangibili:

  • Crescita dei ricavi: Tra il 2010 e il 2020, i marchi sostenibili di Unilever (come Dove, Lipton, Ben & Jerry's) sono cresciuti del 69% più velocemente del resto del portafoglio. Entro il 2019, rappresentavano il 75% della crescita dell'azienda
  • Percezione dei consumatori: Sondaggi del 2020 hanno rivelato che il 70% dei consumatori considerava Unilever un leader della sostenibilità
  • Performance finanziarie: Le azioni di Unilever hanno sovraperformato i concorrenti, con un rendimento annualizzato del 10% tra il 2010 e il 2020

Innovazione sostenibile

Unilever ha investito massicciamente in ricerca e sviluppo per prodotti sostenibili:

  • Compressed deodorant technology: Utilizzando il 50% in meno di gas propellente e il 25% in meno di alluminio nell'imballaggio, hanno ridotto l'impronta di carbonio per lattina di circa il 25%, riducendo anche del 35% il numero di camion sulla strada
  • Love Beauty and Planet: brand di bellezza lanciato nel 2018 con la sostenibilità al centro
  • The Vegetarian Butcher: alternativa vegetale alla carne per un'alimentazione più sostenibile

Sfide e lezioni apprese

Nonostante i successi, Unilever ha affrontato alcune sfide:

  • L'azienda aveva pianificato di dimezzare i rifiuti associati allo smaltimento dei suoi prodotti entro il 2020, ma è riuscita a ridurli solo del 34%
  • La società non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi definiti riguardo alle emissioni di gas serra e all'uso dell'acqua

Questi risultati misti dimostrano l'importanza di obiettivi realistici ma ambiziosi e della necessità di adattare le strategie durante l'implementazione.

Il contributo dei laboratori specializzati

Come LATA supporta le aziende nella transizione sostenibile

Il Laboratorio LATA rappresenta un partner strategico fondamentale per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di sostenibilità basato su dati scientifici rigorosi e misurabili. Con oltre 40 anni di esperienza nel settore delle analisi ambientali, LATA offre un approccio multidisciplinare che accompagna le aziende in ogni fase della loro transizione verso modelli di business sostenibili.

Servizi di misurazione e monitoraggio ambientale

LATA fornisce una gamma completa di servizi per la quantificazione degli impatti ambientali:

  • Analisi delle emissioni atmosferiche: monitoraggio in continuo e periodico di inquinanti per il rispetto dei limiti normativi e l'ottimizzazione dei processi produttivi
  • Controllo della qualità dell'aria: valutazione dell'impatto delle attività industriali sulla qualità dell'aria ambiente
  • Analisi delle acque: caratterizzazione degli scarichi idrici e monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee
  • Gestione dei rifiuti: classificazione e caratterizzazione dei rifiuti per ottimizzare le strategie di recupero e smaltimento
  • Rumore e vibrazioni: valutazioni per il rispetto dei limiti normativi e il miglioramento del comfort ambientale

Supporto alle certificazioni di sostenibilità

LATA supporta le aziende nell'ottenimento delle principali certificazioni ambientali internazionali, fornendo le competenze tecniche necessarie per soddisfare i rigorosi standard richiesti.

Progetti di monitoraggio per certificazioni LEED, BREEAM, WELL

Le certificazioni internazionali LEED, BREEAM e WELL rappresentano i gold standard per l'edilizia sostenibile e il benessere degli occupanti. LATA offre servizi specializzati per supportare le aziende nell'ottenimento di queste prestigiose certificazioni.

Certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design)

LEED, sviluppato dal U.S. Green Building Council, è uno dei sistemi di certificazione più riconosciuti a livello globale, focalizzato sulla sostenibilità e sulla riduzione dell'impatto ambientale degli edifici. Il sistema valuta:

  • Siti sostenibili: ottimizzazione dell'uso del territorio e gestione delle acque piovane
  • Efficienza idrica: riduzione del consumo di acqua potabile
  • Energia e atmosfera: efficienza energetica e utilizzo di energie rinnovabili
  • Materiali e risorse: selezione di materiali sostenibili e gestione dei rifiuti
  • Qualità ambientale interna: comfort termico, acustico e qualità dell'aria
  • Innovazione progettuale: soluzioni innovative per la sostenibilità

LATA supporta i progetti LEED attraverso:

  • Monitoraggio della qualità dell'aria interna pre e post-occupazione
  • Analisi dei materiali da costruzione per la valutazione delle emissioni di COV
  • Caratterizzazione acustica degli ambienti
  • Verifica delle performance energetiche

Certificazione BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method)

BREEAM, sviluppato nel Regno Unito dal Building Research Establishment, è uno dei principali metodi di valutazione della sostenibilità per edifici e infrastrutture nel mondo. Nato nel 1990, BREEAM è la più antica certificazione di edilizia sostenibile ancora in uso.

Il sistema BREEAM valuta dieci categorie:

  1. Gestione: gestione sostenibile durante progettazione, costruzione e utilizzo
  2. Salute e benessere: comfort termico, acustico, visivo e qualità dell'aria
  3. Energia: efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2
  4. Trasporti: accessibilità ai trasporti pubblici e riduzione dell'impatto dei trasporti
  5. Acqua: efficienza idrica e gestione sostenibile delle risorse idriche
  6. Materiali: uso sostenibile dei materiali e riduzione dell'impatto ambientale
  7. Rifiuti: riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti
  8. Uso del suolo ed ecologia: protezione e miglioramento del valore ecologico
  9. Inquinamento: riduzione dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo
  10. Innovazione: soluzioni innovative per la sostenibilità

Certificazione WELL (WELL Building Standard)

WELL, sviluppato dall'International WELL Building Institute, si concentra sulla promozione della salute e del benessere degli occupanti degli edifici. Valuta come le caratteristiche degli edifici influenzano la salute umana attraverso:

  • Aria: qualità dell'aria interna e ventilazione
  • Acqua: qualità e accessibilità dell'acqua potabile
  • Nutrimento: promozione di scelte alimentari sane
  • Luce: illuminazione naturale e artificiale ottimale
  • Movimento: promozione dell'attività fisica
  • Comfort termico: mantenimento di condizioni di comfort
  • Suono: controllo del rumore e promozione di ambienti acusticamente confortevoli
  • Materiali: selezione di materiali sani e non tossici
  • Mente: supporto alla salute mentale e cognitiva
  • Comunità: promozione di senso di comunità e appartenenza

Monitoraggio integrato per certificazioni multiple

Molte organizzazioni lungimiranti perseguono certificazioni multiple per massimizzare le performance degli edifici sia dal punto di vista ambientale che del benessere umano. LATA offre servizi integrati che permettono di ottimizzare gli investimenti e ottenere più certificazioni simultaneamente attraverso:

  • Protocolli di monitoraggio unificati: sviluppo di piani di monitoraggio che soddisfano contemporaneamente i requisiti di LEED, BREEAM e WELL
  • Analisi multi-parametriche: caratterizzazione simultanea di parametri ambientali per diverse certificazioni
  • Reportistica integrata: documentazione tecnica strutturata per supportare le diverse procedure di certificazione
  • Consulenza specializzata: supporto nella selezione della combinazione ottimale di certificazioni in base agli obiettivi aziendali

Benefici del monitoraggio professionale

Il supporto di laboratori specializzati come LATA nella fase di ottenimento delle certificazioni offre vantaggi concreti:

  • Riduzione dei tempi: protocolli di monitoraggio ottimizzati riducono i tempi di certificazione
  • Minimizzazione dei costi: evitare rilavorazioni e non conformità attraverso monitoraggio accurato fin dall'inizio
  • Garanzia di conformità: assicurare il rispetto di tutti i requisiti tecnici richiesti
  • Ottimizzazione delle performance: identificare opportunità di miglioramento attraverso dati accurati
  • Documentazione robusta: fornire evidenze tecniche solide per il processo di certificazione

Trend emergenti nelle certificazioni

Il settore delle certificazioni di sostenibilità è in continua evoluzione, con nuovi standard che emergono per rispondere alle sfide climatiche:

  • LEED Zero: estensione di LEED che si concentra sul raggiungimento di impatto netto zero per gli edifici in aree come emissioni di carbonio, uso di energia, uso di acqua e rifiuti
  • BREEAM versione 7: integrazione dei nuovi requisiti sulla biodiversità e sul net gain
  • WELL v2: l'ultima versione che attinge dalle competenze di migliaia di utenti WELL, professionisti, operatori sanitari, esperti di salute pubblica e scienziati degli edifici di tutto il mondo

LATA si mantiene costantemente aggiornato su questi sviluppi per fornire ai clienti il supporto più avanzato e completo disponibile sul mercato, contribuendo così alla transizione verso un'economia più sostenibile e a basso impatto ambientale.

La competenza tecnica di laboratori specializzati come LATA diventa sempre più cruciale nel contesto dell'Overshoot Day italiano che cade il 6 maggio 2025, offrendo alle aziende gli strumenti scientifici necessari per misurare, monitorare e ridurre concretamente la loro impronta ecologica.

L'Overshoot Day italiano del 6 maggio 2025 non è solo un campanello d'allarme ma anche un'opportunità: l'opportunità di trasformare il nostro modello economico, di innovare verso la sostenibilità, di costruire un vantaggio competitivo duraturo basato sull'efficienza delle risorse.

L'obiettivo #MoveTheDate di posticipare l'Overshoot Day di 4,5 giorni ogni anno fino al 2050 è ambizioso ma tecnicamente raggiungibile. Richiede però l'impegno coordinato di tutti gli stakeholder: aziende, istituzioni, cittadini. Le soluzioni esistono già, le tecnologie sono mature, le metodologie sono standardizzate. Quello che serve ora è la volontà di agire.

Per le aziende, il momento di agire è ora. Ogni giorno di ritardo significa perdere vantaggi competitivi, esporsi a rischi crescenti, rinunciare a opportunità di innovazione. La transizione verso la sostenibilità è già iniziata: le aziende possono scegliere se guidarla o subirla.

LATA è pronto a essere il partner strategico di questa trasformazione, mettendo a disposizione competenze scientifiche, tecnologie avanzate e un'esperienza consolidata per aiutare le aziende a trasformare la sfida ambientale in un'opportunità di crescita sostenibile.

Il futuro sostenibile inizia con una chiamata, una email, un primo passo. Inizia oggi.

Fonti:

Global Footprint Network - Country Overshoot Days 2025

https://overshoot.footprintnetwork.org/newsroom/country-overshoot-days/

Dati ufficiali sui Country Overshoot Days 2025

LifeGate - "Il 6 maggio 2025 l'Italia ha già raggiunto il suo Overshoot day"

https://www.lifegate.it/italia-overshoot-day-2025

Analisi dettagliata della situazione italiana

QuiFinanza - "Italia da record in negativo, il 6 maggio è l'Overshoot Day"

https://quifinanza.it/green/ambiente/overshoot-day-2025-italia/908013/

Confronti internazionali e dati specifici

Economia Circolare - "Overshoot Day Italia 2025: quando è e perché è peggiorato così tanto"

https://economiacircolare.com/overshoot-day-italia-2025-impronta-ecologica/

Analisi delle cause del peggioramento

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Autore LATA
LATA
Laboratorio Analisi e Tecnologie Ambientali dal 1980 affianca le aziende con servizi di analisi e consulenza ambientale. La nostra missione è garantire sicurezza, professionalità e precisione in ogni attività, dalla consulenza tecnica alle analisi di laboratorio. Il nostro team di esperti e tecnici specializzati lavora quotidianamente per offrire soluzioni complete e affidabili nel rispetto delle normative vigenti e degli standard più elevati del settore. Contatta i nostri esperti.